Quarta Domenica di Quaresima
A noi sembra naturale poter vedere e difficilmente riflettiamo su quale grande cosa sia la luce e che meraviglia di … ingegneria siano i nostri occhi. Eppure per vedere occorrono tutte e due le cose: la luce e gli occhi, meglio se ben aperti.
Così è anche nella vita, quando a volte non si riesce a trovare risposta alle domande più decisive: perché e come vivere? perché morire? quali scelte fare? E’ come essere in mezzo alla nebbia.
Anche la nostra vita di fede, profondamente radicata nel nostro vivere anche se non ce ne rendiamo conto, soffre a volte di questi “disturbi visivi”. Ci sembra di sapere già tutto, di comprendere ogni cosa e di poter fare a meno della luce della fede: “credo soltanto a quello che vedo” ci viene la tentazione di dire e così, a poco a poco, diventiamo ciechi. E tristi.
Ma per chi vuol vedere più a fondo nella realtà delle cose e nel mistero della vita c’è il Vangelo di Cristo, da accogliere come luce per la nostra vita, come ha suggerito papa Francesco due domeniche fa ai pellegrini accorsi in piazza san Pietro per l’appuntamento domenicale.
Dove c’è la luce di Cristo c’è gioia, dicono le rose che fioriscono la colonna di bambù questa domenica, che anche la liturgia vuole più gioiosa. Il piatto di vetro è riempito di acqua e ospita una candela grande abbastanza da attirare l’attenzione: un chiaro riferimento al brano di Vangelo.
I fiori di questa composizione sono ranuncoli.
Progetto floreale realizzato da Marlene Welmans
Nel caso si volessero usare le foto qui presentate si prega di citare sempre la fonte e l''autore delle opere. Grazie.
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